Hai una domanda?
Messaggio inviato Chiudi

VALUTAZIONE DEI RISCHI

Agenti Fisici: Cosa Sono e Come Valutare i Rischi Correlati

Secondo l’articolo 180 del Titolo VIII del D. Lgs 81/08, per agenti fisici si intendono “il rumore, gli ultrasuoni, gli infrasuoni, le vibrazioni meccaniche, i campi elettromagnetici, le radiazioni ottiche di origine artificiale e le atmosfere iperbariche che possono comportare rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori”.

La Valutazione del Rischio da Esposizione ad Agenti Fisici

L’articolo 181 del Testo Unico per la Sicurezza richiede che il Datore di Lavoro valuti tutti i rischi derivanti dall’esposizione ad agenti fisici, adottando le misure di prevenzione e protezione necessarie, in conformità alle norme di buona tecnica e alle buone prassi. Lavalutazione deve essere programmata ed effettuata almeno ogni quattro anni da personale qualificato, aggiornandola ogni qual volta si verifichino cambiamenti significativi o quando i risultati della sorveglianza sanitaria lo richiedano.

Agenti Fisici Principali

• Rumore: Il Capo II del TUS definisce i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dall’esposizione al rumore, con valori limite di esposizione stabiliti per diverse fasce di rischio.

• Vibrazioni: Il Capo III prescrive misure per la tutela della salute dei lavoratori esposti a vibrazioni meccaniche, distinguendo tra vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio e al corpo intero, con valori limite specifici.

Campi Elettromagnetici: Il Capo IV determina i requisiti minimi per la protezione
contro i rischi derivanti dall’esposizione ai campi elettromagnetici, con misure preventive e limiti basati su considerazioni biologiche.

• Radiazioni Ottiche Artificiali: Il Capo V stabilisce le prescrizioni minime di protezione contro i rischi derivanti dall’esposizione alle radiazioni ottiche artificiali, con particolare attenzione agli effetti nocivi sugli occhi e sulla pelle.

Affidati a LRT Srl per la Valutazione del Rischio Agenti Fisici

Devi effettuare o aggiornare la valutazione del rischio agenti fisici nella tua azienda? LRT Srl offre un servizio professionale e completo, conforme alle normative attuali, per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Contattaci per ulteriori informazioni e per una consulenza personalizzata.

Il Testo Unico sulla sicurezza (TUS) D.Lgs. 81/08 definisce i luoghi di lavoro all’articolo 62:

“Ferme restando le disposizioni di cui al titolo I, si intendono per luoghi di lavoro, unicamente ai fini della applicazione del presente titolo, i luoghi destinati a ospitare posti di lavoro, ubicati all’interno dell’azienda o dell’unità produttiva, nonché ogni altro luogo di pertinenza dell’azienda o dell’unità produttiva accessibile al lavoratore nell’ambito del proprio lavoro”.

Quindi, un “luogo di lavoro” include sia gli spazi dove si svolge l’attività lavorativa, sia tutti gli spazi accessori accessibili ai lavoratori, come spogliatoi, servizi igienici, locali tecnici, corridoi, scale, ecc.

Le Responsabilità del Datore di Lavoro

Secondo l’articolo 64 del Testo Unico, il Datore di Lavoro ha diverse responsabilità per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro:

Assicurare che i luoghi di lavoro siano conformi ai requisiti dell’articolo 63.
Mantenere sgombre le vie di circolazione e le uscite di emergenza.
Effettuare regolare manutenzione e pulizia dei luoghi di lavoro, degli impianti e dei
dispositivi.
Verificare regolarmente il funzionamento e la manutenzione degli impianti e dispositivi di sicurezza.

Il Testo Unico 81/08 e l’Allegato IV

L’Allegato IV del Testo Unico specifica i requisiti di sicurezza per i luoghi di lavoro,
trattando vari aspetti tra cui:

Ambienti di lavoro
Stabilità e solidità
Altezza, cubatura e superficie
Pavimenti, muri, soffitti, finestre, scale e marciapiedi mobili
Vie di circolazione, zone di pericolo, pavimenti e passaggi
Vie e uscite di emergenza
Porte e portoni
Scale
Posti di lavoro e di passaggio esterni
Microclima
Illuminazione naturale e artificiale
Locali di riposo e refezione
Spogliatoi e armadi per il vestiario
Servizi igienici e dormitori
Presenza di agenti nocivi
Misure contro incendi e esplosioni
Disposizioni per aziende agricole

L’attenzione del legislatore copre sia la sicurezza fisica degli ambienti sia gli aspetti legati alla salubrità dell’aria, al comfort microclimatico, all’illuminazione, alle emergenze e alla gestione degli spazi accessori.

Affidati a LRT Srl 

Hai bisogno di effettuare o aggiornare la valutazione del rischio nei luoghi di lavoro nella
tua azienda?

Contattaci per ulteriori informazioni e scopri come possiamo aiutarti a
garantire la sicurezza nel tuo ambiente di lavoro.

La valutazione del rischio amianto è un obbligo per il datore di lavoro, come previsto dall’art. 249, comma 1, del D.Lgs. 81/08. Questa valutazione deve essere effettuata per stabilire la natura e il grado dell’esposizione e le misure preventive e protettive da attuare.

Il D.Lgs. 81/2008 stabilisce che il datore di lavoro è obbligato a effettuare una valutazione del rischio amianto per le attività che possono comportare il rischio di esposizione ad amianto. Questa valutazione deve essere effettuata per stabilire la natura e il grado dell’esposizione e le misure preventive e protettive da attuare.

L’articolo 249 del D.Lgs. 81/08 evidenzia l’obbligo del datore di lavoro, per le attività che possono comportare il rischio di esposizione ad amianto, di effettuare una valutazione dei rischi dovuti alla polvere proveniente da tale minerale e dai materiali che lo contengono.

Quando è Obbligatorio Effettuare la Valutazione Rischio Amianto?
La valutazione del rischio amianto è un obbligo per il datore di lavoro, come previsto dall’art. 249, comma 1, del D.Lgs. 81/08. Questa valutazione deve essere effettuata per stabilire la natura e il grado dell’esposizione e le misure preventive e protettive da attuare.

In particolare, la verifica annuale dello stato di conservazione dei manufatti in cemento-amianto deve essere effettuata annualmente. Le misurazioni devono essere effettuate ogni 3 anni, o con frequenza più breve a mano a mano che ci avviciniamo al valore limite di esposizione.

Misure di Prevenzione e Protezione del Rischio da Amianto
Per ridurre il rischio di esposizione all’amianto, è necessario adottare misure di prevenzione e protezione. L’INAIL ha pubblicato due fact sheet sulla sicurezza dei lavoratori e la ricerca dei materiali contaminati. Nelle pubblicazioni, online sul sito dell’Istituto, è presente un elenco dettagliato delle misure di prevenzione e protezione da adottare nei siti inquinati.

Tra le misure di prevenzione indicate nella fact sheet, oltre alla cartellonistica obbligatoria, che riguarda, tra le altre cose, l’adozione dei dispositivi di protezione individuale (DPI) e il pericolo di inalazione di fibre pericolose, si consiglia di installare, all’ingresso all’area di lavoro, un’unità di decontaminazione personale (UDP) costituita almeno da quattro locali.

Interventi più radicali possono consistere nella bonifica delle componenti in amianto. La bonifica dell’amianto è un processo importante per garantire la sicurezza e la salute delle persone. Esistono tre principali metodi di bonifica dell’amianto: rimozione, incapsulamento e confinamento. Ognuno di questi metodi risponde a diverse esigenze e offre soluzioni
adeguate al caso specifico da trattare.

Rimozione: consiste nel rimuovere completamente il materiale contenente amianto e smaltirlo in modo sicuro.

Incapsulamento: prevede l’applicazione di prodotti sigillanti sulla superficie contenente amianto per impedire la dispersione delle fibre.

Confinamento: prevede la creazione di una barriera attorno al materiale contenente amianto per impedirne la dispersione.

Sanzioni a Carico del Datore di Lavoro in Caso di Mancata Valutazione del Rischio Amianto.

Il D.Lgs. 81/2008 stabilisce che il datore di lavoro può essere punito con l’arresto da 3 a 6 mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro se non effettua la valutazione del rischio e non provvede ad aggiornare la stessa ogni qualvolta si verificano modifiche che comportano un cambiamento significativo dell’esposizione dei lavoratori all’amianto.

LTR Srl effettua la valutazione rischio amianto ai sensi del D.Lgs. 81/2008, garantendo qualità ed efficacia e mettendo adisposizione tecnici qualificati.

Devi effettuare la valutazione del rischio da agenti cancerogeni o mutageni nella tua azienda oppure aggiornarla?

Contattaci per ulteriori informazioni e scopri come possiamo aiutarti a garantire la sicurezza nel tuo ambiente di lavoro.

Il rischio legato alle sostanze stupefacenti e alcoliche nei luoghi di lavoro rappresenta una minaccia significativa per la sicurezza e il benessere dei lavoratori e dell’ambiente lavorativo nel suo complesso. Quando un lavoratore è sotto l’effetto di alcool o droghe, non solo compromette la propria sicurezza, ma anche quella dei colleghi e di terzi. L’uso di queste sostanze può alterare le capacità cognitive e fisiche, aumentando la probabilità di incidenti, infortuni e errori, e contribuendo a un clima lavorativo teso e non produttivo.

Lavoratori Sottoposti a Controllo per Assunzione di Alcool e Sostanze Stupefacenti

Gli accertamenti relativi a condizioni di alcol dipendenza e tossicodipendenza riguardano
principalmente le seguenti categorie di lavoratori:

• Lavoratori del settore dei trasporti: autisti di autobus, camion, treni e altri mezzi di trasporto pubblico o merci.
• Operatori di macchinari pesanti: impiegati in cantiere o in ambienti industriali.
• Personale sanitario: in particolare chi opera in situazioni di emergenza o richiede una elevata attenzione e precisione.
• Lavoratori in altezza: operai edili o montatori che lavorano su gru o ponteggi.
• Personale addetto alla sicurezza: guardie giurate o addetti alla vigilanza.

Le aziende, in base alla normativa vigente, possono richiedere test e controlli per verificare l’eventuale presenza di sostanze alcoliche o stupefacenti, sempre nel rispetto della privacy e della dignità del lavoratore.

Implementando queste procedure e valutazioni, le aziende possono contribuire a prevenire e gestire i rischi associati al consumo di alcool e sostanze stupefacenti, promuovendo un ambiente di lavoro sicuro e sano.

Verifica dell’Assenza di Condizioni di Alcol Dipendenza e Assunzione di Sostanze Psicotrope e Stupefacenti

La verifica dell’assenza di condizioni di alcol dipendenza e di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti nei luoghi di lavoro può essere effettuata da diverse figure professionali e enti, tra cui:
• Medico Competente: Effettua la sorveglianza sanitaria dei lavoratori.
• Datore di Lavoro: Può richiedere test antidroga e alcol in collaborazione con il medico competente.
• Enti Esterni Specializzati: Possono essere incaricati di effettuare i controlli.
• Forze dell’Ordine: Intervengono in caso di incidenti o situazioni particolari.
• Organismi di Controllo sul Lavoro: Come l’INAIL o l’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

Ogni verifica deve essere effettuata nel rispetto della privacy e della dignità del lavoratore, seguendo le procedure legali e etiche appropriate.

Regolamentazione degli Esami Tossicologici nei Luoghi di Lavoro
Il medico competente può decidere di sottoporre un lavoratore ad ulteriori accertamenti sanitari per verificare un possibile stato di tossicodipendenza, indirizzandolo al Servizio per le Tossicodipendenze della ASL competente. Il rifiuto di sottoporsi a tali accertamenti comporta gravi conseguenze per il lavoratore, inclusi l’arresto fino a 15 giorni, sanzioni pecuniarie e possibile licenziamento. Anche il datore di lavoro che non allontana un lavoratore risultato positivo ai test rischia severe sanzioni.

Conseguenze per i Lavoratori Positivi ad Alcool o Sostanze Psicotrope
Se un lavoratore dipendente a tempo indeterminato viene trovato positivo ad alcol o sostanze psicotrope, le conseguenze possono variare, includendo:

• Sospensione temporanea: In attesa di ulteriori accertamenti o decisioni aziendali.
• Rinvio a trattamenti o programmi di recupero: Per l’alcolismo o la tossicodipendenza.
• Sanzioni disciplinari: Che possono variare da richiami a sanzioni più severe.
• Licenziamento: In casi gravi, soprattutto se l’uso di sostanze influisce negativamente sulle prestazioni lavorative o sulla sicurezza.

Il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, pone le basi per la gestione dei rischi legati all’uso di alcool e sostanze stupefacenti nei luoghi di lavoro, promuovendo la sicurezza e il benessere dei lavoratori. Esso enfatizza il ruolo del medico competente nella sorveglianza sanitaria e autorizza verifiche e test per assicurare che i lavoratori non siano sotto l’effetto di sostanze che possano compromettere la sicurezza sul lavoro.

Devi effettuare la valutazione del rischio sostanze stupefacenti e alcooliche nella tua azienda oppure aggiornarla?


Contattaci per ulteriori informazioni.

ATEX è l’acronimo di “ATmosphere EXplosive”, che si riferisce a due direttive dell’Unione Europea che descrivono i requisiti minimi di sicurezza per i luoghi di lavoro e le attrezzature utilizzate in atmosfere esplosive:

Direttiva ATEX 2014/34/UE (ATEX 114) – Attrezzature e sistemi di protezione destinati all’uso in atmosfere potenzialmente esplosive.

Direttiva ATEX 1999/92/CE (ATEX 153) – Requisiti minimi per migliorare la sicurezza e la protezione della salute dei lavoratori potenzialmente a rischio da atmosfere esplosive.

Quali Sono gli Ambienti a Rischio Esplosione?
Gli ambienti a rischio di esplosione sono quelli in cui possono essere presenti atmosfere esplosive, ovvero miscele di aria e sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori, nebbie o polveri che, in presenza di una sorgente di innesco, possono prendere fuoco o esplodere.

Esempi di tali ambienti includono:

• Raffinerie, piattaforme di trivellazione, impianti di lavorazione e trasformazione
• Impianti e centri di distribuzione gas
• Stamperie, industrie cartarie e tessili
• Rifornimento aerei e hangar
• Stabilimenti chimici
• Impianti di ricevimento/stoccaggio cereali e farine
• Mulini
• Impianti di trattamento acque
• Trattamento e rivestimento superfici
• Miniere di carbone sotterranee
• Impianti lavorazione legno
• Zuccherifici
• Navi

Valutazione del Rischio ATEX: Cosa Stabilisce il D.Lgs. 81/2008?

Il D.lgs. 81/2008, noto anche come Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, stabilisce che il datore di lavoro deve valutare i rischi specifici derivanti da atmosfere esplosive (ATEX e non-ATEX) tenendo in considerazione anche la probabilità e la durata della possibile formazione di ATEX. L’art. 290 del D.Lgs. 81/08 prevede che il datore di lavoro valuti la probabilità e la durata della possibile formazione di ATEX e classifichi le aree.

Quando È Obbligatorio Effettuare la Valutazione del Rischio ATEX?

La sicurezza nei luoghi di lavoro con pericolo di esplosione è regolamentata da due direttive comunemente denominate ATEX. Il datore di lavoro deve ripartire in zone le aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive. La valutazione del Rischio ATEX è obbligatoria per tutte le aziende (Art. 290 del D.Lgs. 81/2008). Alcuni esempi di contesti in cui il rischio ATEX deve essere monitorato sono: industrie alimentari, tessili, metallurgiche, petrolchimiche, falegnamerie industriali e aziende chimico farmaceutiche. La mancata predisposizione è sanzionata penalmente con l’arresto da 3 a 6 mesi e un’ammenda da 2.700 € a 7.000 €.

Valutazione del Rischio ATEX: Ogni Quanti Anni Va Aggiornata?

La legge italiana non prevede una scadenza specifica per il documento di valutazione del rischio esplosione (DVR ATEX). L’azienda deve provvedere ad aggiornare il DVR ATEX ogni volta che è necessario, come in caso di cambiamenti dei processi produttivi e dei possibili rischi cui sono esposti i lavoratori. Ad esempio, il DVR ATEX deve essere aggiornato ogni volta che ci sono modifiche del ciclo produttivo, dei luoghi di lavoro, degli impianti, delle attrezzature, delle procedure lavorative oppure delle novità introdotte dalla
normativa in materia.

Misure di Prevenzione e Protezione del Rischio Esplosione

Quando sussiste la coincidenza tra un’atmosfera esplosiva e una sorgente di innesco tale da provocare un’esplosione con effetti prevedibili, scattano i presupposti per applicare le misure di prevenzione e di protezione dalle esplosioni. L’articolo 289 del D.Lgs. 81/2008 prescrive che il datore di lavoro, se non può prevenire la formazione di un’atmosfera esplosiva o il suo innesco, deve attenuare gli effetti dell’esplosione per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori e adottare misure combinate ed integrate contro la propagazione delle esplosioni.

Valutazione del Rischio ATEX con LTR srl

Devi effettuare la valutazione del rischio ATEX nella tua azienda oppure aggiornarla?
Contattaci per ulteriori informazioni e scopri come possiamo aiutarti a garantire la
sicurezza nel tuo ambiente di lavoro.

Un agente biologico è qualsiasi microrganismo, anche se geneticamente modificato, che ha la capacità potenziale di provocare infezioni, allergie e intossicazioni.

Gli agenti biologici sono classificati in base al rischio di infezione in quattro gruppi:

• Gruppo 1: Poche probabilità di causare malattie nell’uomo.

• Gruppo 2: Possono causare malattie e costituire un rischio per i lavoratori, con poca probabilità di propagazione nella comunità.
Esempi: morbillo, varicella.

• Gruppo 3: Possono causare malattie gravi e costituire un elevato rischio individuale e potenziale propagazione nella comunità.
Esempi: brucellosi, HIV.

• Gruppo 4: Provocano malattie gravi con un serio rischio di propagazione e non ci sono misure profilattiche o terapeutiche efficaci.
Esempi: Ebola, vaiolo.

Attualmente, il COVID-19 non è classificato in quanto non sono ancora note le modalità di trasmissione e l’effettiva gravità della malattia.

Esposizione al Rischio Biologico

Si può venire in contatto con un agente biologico per:

• Contatto diretto: Ingestione, contatto cutaneo, infezioni gastrointestinali, respiratorie o cutanee.
• Contatto indiretto: Tramite oggetti contaminati, goccioline (droplet), trasmissione aerea, via ematogena, veicoli comuni (acqua, alimenti), vettori (animali, insetti).

Sorveglianza Sanitaria
Il medico competente collabora nelle attività di prevenzione, inclusa la somministrazione di specifici vaccini. La manipolazione di agenti biologici di classe 3 e 4 richiede la tenuta di un registro degli esposti in caso di contaminazione accidentale. Le visite di sorveglianza sanitaria sono obbligatorie per i lavoratori esposti.

Valutazione del Rischio Biologico e Obblighi del Datore di Lavoro
La valutazione del rischio biologico in ambiente di lavoro si identifica con la valutazione del rischio di esposizione ad agenti biologici e con la strategia di prevenzione. LTR Srl supporta le aziende nella valutazione dei rischi nei luoghi di lavoro e nell’assolvimento degli obblighi previsti dal Titolo X del D.Lgs. 81/08.

Rischio Campi Elettromagnetici (CEM)

Definizione e Obblighi del Datore di Lavoro
Il D.Lgs. 81/2008 definisce i campi elettromagnetici come “campi elettrici statici, campi magnetici statici e campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici variabili nel tempo con frequenze sino a 300 GHz”. Il datore di lavoro deve valutare il rischio CEM e, se i valori limite di esposizione sono superati, adottare misure tecniche o organizzative per ridurre l’esposizione.

Effetti sulla Salute
Gli effetti dell’esposizione a campi elettromagnetici possono essere:

• Diretti: Nausea, riscaldamento del corpo, effetti su nervi, muscoli o organi sensoriali.

• Indiretti: Interferenze con dispositivi elettronici e medici, innesco involontario di detonatori, effetti su schegge metalliche, tatuaggi, body piercing, scosse elettriche o ustioni.

Sorgenti di Campi Elettromagnetici
Le sorgenti di campi elettromagnetici nei luoghi di lavoro includono saldature ad arco, forni a induzione, elettrodotti, riscaldatori a microonde, sistemi per la Risonanza Magnetica Nucleare.

Misure di Prevenzione e Protezione
Le misure per ridurre l’esposizione includono:
• Riduzione del rischio alla fonte
• Riduzione del tempo di esposizione
• Utilizzo di DPI adeguati

Valutazione del Rischio CEM
La valutazione del rischio CEM deve essere condotta da tecnici specializzati e aggiornata almeno ogni quattro anni o prima in caso di modifiche ai processi o all’introduzione di nuove macchine. Se i livelli di esposizione superano i valori d’azione, è obbligatoria la sorveglianza sanitaria periodica.

Misure di Prevenzione e Protezione
Le misure per ridurre l’esposizione includono:
• Riduzione del rischio alla fonte
• Riduzione del tempo di esposizione
• Utilizzo di DPI adeguati

Servizi di Valutazione del Rischio CEM

LTR Srl offre servizi di valutazione del rischio CEM ai sensi del D.Lgs. 81/2008, garantendo qualità ed efficacia con tecnici qualificati.

L’Agenzia internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha individuato più di 400 agenti classificabili come cancerogeni e mutageni per l’uomo. Il termine mutazione indica qualsiasi modifica del patrimonio genetico; gli agenti cancerogeni e mutageni sono, infatti, in grado di provocare alterazioni genetiche e neoplasie nei soggetti esposti.

Le sostanze cancerogene o mutagene sui luoghi di lavoro sono presenti in diversi settori (industria petrolchimica e farmaceutica, saldatura di acciai inox, asfaltatura stradale, ecc.) e costituiscono una fonte di rischio per la salute dei lavoratori esposti. Il Datore di Lavoro ha l’obbligo, ai sensi del Dlgs. 81/2008, di valutare il rischio da agenti cancerogeni e mutageni sul luogo di lavoro e, qualora vengano superati i livelli di esposizione (espressi in concentrazione), elaborare e applicare un programma di misure tecniche o organizzative volte a ridurre al minimo l’esposizione e i rischi che ne conseguono.

Valutazione del Rischio da Agenti Cancerogeni e Mutageni: Cosa Stabilisce il D.Lgs. 81/2008?

La valutazione rischio da agenti cancerogeni e mutageni è l’analisi del livello di esposizione cui sono esposti i lavoratori all’interno degli ambienti di lavoro. Tale valutazione ha lo scopo di accertare che il livello di esposizione a tale rischio sia entro i limiti di sicurezza definiti dalla Normativa e, in caso contrario, che vengano stabilite adeguate misure di prevenzione e protezione per i lavoratori.

La valutazione del rischio da agenti cancerogeni e mutageni, negli ambienti di lavoro, è trattata nel D.lgs. 81/2008 nel Capo II, Titolo IX. Ai fini della valutazione, il Datore di Lavoro deve tener conto, in particolare, dei seguenti elementi:

Le attività lavorative che comportano la presenza di sostanze o miscele cancerogene o mutagene, con l’indicazione dei motivi per i quali sono impiegati tali agenti;
I quantitativi di sostanze o miscele cancerogene o mutagene;
Il numero dei lavoratori esposti a tale rischio;
Le indagini svolte per la possibile sostituzione degli agenti cancerogeni o mutageni.

Più specificatamente, l’art. 226 del D.lgs. 81/2008 impone al Datore di Lavoro l’obbligo di effettuare la valutazione del rischio da agenti cancerogeni o mutageni all’interno della propria azienda, al fine di individuare i lavoratori esposti a tale fattore di rischio e di attuare adeguati interventi di prevenzione e protezione per la salute e sicurezza.

Quando è Obbligatorio Effettuare la Valutazione Rischio da Agenti Cancerogeni e Mutageni?

La valutazione rischio da agenti cancerogeni e mutageni è di fatto sempre obbligatoria in quanto il legislatore impone al Datore di Lavoro l’obbligo di valutare tutti i rischi potenzialmente presenti in azienda. Ne consegue che, anche nel caso in cui il livello di esposizione a tale rischio risulti inferiore ai valori limite d’azione, sia necessario riportare nel DVR l’indicazione circa l’assenza di tale fattore di rischio, nonché gli elementi a sostegno di tale affermazione.

Nel caso in cui la valutazione venga effettuata mediante indagine strumentale, sarà necessario predisporre un documento specifico che costituisce parte integrante del DVR.
L’esito della valutazione deve quindi essere inserito all’interno di altri documenti riguardanti la sicurezza, tra cui:

Piano Operativo della Sicurezza (POS) in caso di attività in Titolo IV;

Documento Unico di Valutazione dei Rischi Interferenti (DUVRI) nel caso in cui i lavoratori di ditte esterne siano potenzialmente esposti a tale rischio.

Secondo l’art. 242 del D.lgs. 81/2008 il Datore di Lavoro deve obbligatoriamente
sottoporre i lavoratori a Sorveglianza Sanitaria con l’ausilio del Medico Competente; ove gli accertamento sanitari abbiano evidenziato nei lavoratori esposti l’esistenza di un’anomalia imputabile all’esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni, è necessario:

Effettuare una nuova valutazione del rischio;

Se tecnicamente possibile, effettuare una misurazione della concentrazione e dell’esposizione dell’agente in aria considerando tutte le circostanze e le vie di esposizione.

Che Cos’è e Chi Redige il Registro di Esposizione?

I lavoratori per i quali la valutazione del rischio da agenti cancerogeni e mutageni ha evidenziato un rischio per la salute, oltre ad essere sottoposti a Sorveglianza Sanitaria, sono iscritti in un registro. Nel Registro di Esposizione devono essere riportati, per ciascun lavoratore, l’attività svolta, l’agente cancerogeno o mutageno utilizzato e, ove noto, il valore dell’esposizione a tale agente.

Il Registro deve essere redatto e aggiornato dal Datore di Lavoro e deve essere accessibile dal RSPP.

Il Datore di Lavoro ha l’obbligo di:

Consegnare copia del Registro all’ISPESL ed all’organo di vigilanza competente per territorio, e comunicare loro ogni tre anni le variazioni intervenute;
Consegnare, a richiesta, all’Istituto superiore di sanità copia del Registro;

L’ISPESL trasmette annualmente al Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali i dati relativi al contenuto dei registri ed a richiesta li rende disponibili alle regioni. Il Medico Competente, inoltre, per ciascuno dei lavoratori esposti a rischio da agenti cancerogeni e mutageni, deve provvedere ad istituire e aggiornare una cartella sanitaria e di rischio.

Misure di Prevenzione e Protezione del Rischio da Agenti Cancerogeni e Mutageni

Per ridurre l’esposizione da agenti cancerogeni e mutageni sui luoghi di lavoro, il Datore di Lavoro deve adottare adeguate misure di prevenzione e protezione, tra cui:

Assicurare che nelle varie operazioni lavorative siano impiegati quantitativi di agenti cancerogeni o mutageni non superiori alle necessità delle lavorazioni;

Limitare al minimo il numero di lavoratori esposti ad agenti cancerogeni o mutageni, isolando e sorvegliando ad esempio le lavorazioni in aree delimitate provviste di adeguati segnali di avvertimento e di sicurezza;

Provvedere che i dispositivi di protezione individuale siano custoditi in luoghi controllati e puliti dopo ogni utilizzazione;

Assicurare che il trasporto e l’immagazzinamento degli agenti cancerogeni e mutageni avvenga in contenitori ermetici etichettati in modo chiaro, netto e visibile.

Valutazione Rischio da Agenti Cancerogeni e Mutageni con LTR SRL

LTR SRL effettua la valutazione rischio da agenti cancerogeni e mutageni ai sensi del D.lgs. 81/2008, garantendo qualità ed efficacia e mettendo a disposizione tecnici qualificati.

Devi effettuare la valutazione del rischio da agenti cancerogeni o mutageni nella tua azienda?

Contattaci e scopri come possiamo aiutarti a garantire la sicurezza nel tuo ambiente di lavoro.

Il Decreto Legislativo 81/2008 definisce gli agenti chimici come “tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato”. La presenza di sostanze chimiche, anche potenzialmente pericolose, rappresenta oggi uno dei rischi più diffusi nei luoghi di lavoro. Questo rischio non è limitato alle industrie chimiche e ai laboratori, ma è presente in tutte le aziende che utilizzano determinate sostanze (ad esempio prodotti per le pulizie, disinfezione, conservazione degli alimenti, ecc.).

OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO

Secondo il D.lgs. 81/2008, il datore di lavoro ha l’obbligo di valutare il rischio chimico sul luogo di lavoro e, qualora vengano superati i valori limite di esposizione, elaborare e applicare un programma di misure tecniche o organizzative per ridurre al minimo l’esposizione e i rischi conseguenti.

CLASSIFICAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERICOLOSITÀ DEGLI AGENTI CHIMICI

Gli agenti chimici vengono suddivisi in:
Agenti con proprietà chimico-fisiche pericolose:
Infiammabili
Esplosivi
Comburenti
Corrosivi
Agenti con proprietà tossicologiche:
Nocivi
Sensibilizzanti
Irritanti
Tossici
Teratogeni
Cancerogeni

ETICHETTATURA E VALUTAZIONE DEL RISCHIO

L’etichettatura, definita dal regolamento europeo in vigore dal 1° giugno 2015, è lo strumento principale per valutare la pericolosità di un prodotto chimico. Comprende 9 pittogrammi di rischio, ciascuno rappresentante un tipo di pericolo associato alle proprietà intrinseche della sostanza.

OBBLIGHI SPECIFICI DEL D.LGS. 81/2008

L’art. 222 del D.lgs. 81/2008 classifica gli agenti chimici pericolosi in:

Agenti chimici che soddisfano i criteri di classificazione come pericolosi secondo il regolamento (CE) n. 1272/2008.

Agenti chimici che, pur non essendo classificabili come pericolosi, comportano un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori a causa delle loro proprietà chimico-fisiche, chimiche o tossicologiche e del modo in cui sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro.

FATTORI DI RISCHIO CHIMICO

Le principali cause di rischio chimico includono:

Incendi o esplosioni
Contatto con agenti chimici

La maggior parte degli infortuni legati al rischio chimico è dovuta a incendi o esplosioni, che possono essere causati da procedure di lavoro errate, attrezzature inadeguate, ambienti non sicuri e mancanza di formazione dei lavoratori. Il contatto con agenti chimici può derivare da esposizioni inalatorie o cutanee, mancanza di DPI e la pericolosità intrinseca dei materiali utilizzati.

VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO
La valutazione del rischio chimico può essere effettuata attraverso misurazioni dirette dell’agente chimico o mediante sistemi di valutazione basati su algoritmi matematici, come il Modello di Valutazione del Rischio Chimico (MoVaRisCh) e CHEOPE-CLP.

OBBLIGO DI VALUTAZIONE CONTINUA
La valutazione del rischio chimico è obbligatoria e deve essere riportata nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR). Anche quando il livello di esposizione è inferiore ai valori limite, è necessario documentare l’assenza di rischio chimico. Il datore di lavoro deve sottoporre i lavoratori esposti a sorveglianza sanitaria periodica, in collaborazione con il Medico Competente.

VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO CON LTR SRL

LTR Srl offre servizi di valutazione del rischio chimico ai sensi del D.lgs. 81/2008, garantendo qualità ed efficacia grazie a tecnici qualificati.

Devi effettuare la valutazione del rischio chimico nella tua azienda?

Contattaci per ulteriori informazioni e scopri come possiamo aiutarti a garantire la sicurezza nel tuo ambiente di lavoro.

Il rischio elettrico è la possibilità di subire danni a seguito del contatto diretto o indiretto con parti sotto tensione elettrica. Questo rischio può avere gravi conseguenze sull’organismo umano, tra cui:

• Elettrocuzione: Esposizione a correnti elettriche che possono causare la morte a causa dell’arresto cardiaco o di danni ai tessuti vitali.

• Fibrillazione ventricolare: Anche una bassa corrente passante per il cuore può causare un ritmo cardiaco anormale, potenzialmente letale.

• Ustioni: Possono derivare dalla resistenza del corpo al flusso di corrente elettrica o dal contatto diretto con parti elettriche in corto circuito. Le ustioni elettriche possono essere superficiali o profonde, danneggiando tessuti sottostanti, ossa e organi interni.

• Ferite traumatiche: Causate dalla violenta contrazione muscolare a seguito di una scossa elettrica, che può portare a cadute o impatti contro oggetti.

• Effetti neurologici: Esposizioni prolungate o intense possono causare danni al sistema nervoso, con sintomi come formicolio, debolezza o difficoltà di movimento.

È essenziale adottare misure preventive per ridurre il rischio di esposizione alla corrente elettrica e proteggere la salute e la sicurezza delle persone.

OGNI QUANTO VA AGGIORNATA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO ELETTRICO?
PERIODICITÀ DI AGGIORNAMENTO DEL DVR SPECIFICO.

La frequenza di aggiornamento della valutazione del rischio elettrico può variare. In Italia, secondo il Decreto Legislativo n. 81/2008, la valutazione dei rischi deve essere aggiornata:

Quando ci sono significative modifiche del processo produttivo o dei metodi di lavoro.

In seguito a incidenti che indicano potenziali situazioni di pericolo non precedentemente valutate.

Se i risultati della sorveglianza sanitaria indicano la necessità di un riesame.
Periodicamente, anche in assenza di particolari eventi, per garantire che la valutazione rimanga attuale e rifletta le condizioni di lavoro.

Non c’è una cadenza fissa imposta dalla legge, ma è consigliato esaminare la valutazione almeno ogni 2-5 anni, o prima se si verificano le circostanze sopra elencate.

Il rischio elettrico rappresenta uno degli aspetti più delicati e potenzialmente pericolosi nell’ambito lavorativo. La consapevolezza dei pericoli associati e la formazione adeguata sono fondamentali per garantire la sicurezza di chi opera in prossimità di impianti e dispositivi elettrici. Aggiornare periodicamente la valutazione del rischio, attenersi alle normative vigenti e investire in formazione continua sono passi essenziali per minimizzare incidenti e infortuni. La sicurezza elettrica non è un obiettivo da raggiungere, ma un impegno costante che richiede attenzione, professionalità e responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti.

SERVIZI DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ELETTRICO CON LTR SRL

LTR Srl offre servizi di valutazione del rischio elettrico ai sensi del D.lgs. 81/2008, garantendo qualità ed efficacia grazie a tecnici qualificati.

Devi effettuare la valutazione del rischio elettrico nella tua azienda?

Contattaci per maggiori informazioni e per un preventivo gratuito.

Il radon è un agente cancerogeno, associato a un aumento del rischio di tumore polmonare. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) ha classificato il radon come cancerogeno per l’uomo. La combinazione tra fumo di tabacco ed esposizione al radon aumenta significativamente il rischio di tumore polmonare.

Quando fare la valutazione del rischio radon?

Le nuove disposizioni del D.lgs. 101/2020 si applicano in caso di esposizione dei lavoratori al radon in ambienti chiusi, in particolare:

Nei luoghi di lavoro sotterranei.
Nei luoghi di lavoro ubicati in locali semi-sotterranei o al piano terra, come definito dai piani regionali.
Nei luoghi di lavoro identificati nel Piano nazionale d’azione del radon.
Negli stabilimenti termali.

Quando è necessario valutare il rischio radon?

Per luoghi di lavoro interrati, seminterrati o sotterranei, è necessaria una relazione tecnica come parte del documento della valutazione dei rischi (DVR), secondo il D.lgs. 81/08.

Nel caso di recupero di locali seminterrati per uso abitativo, la segnalazione certificata deve includere un’attestazione sul rispetto dei limiti di esposizione al gas radon.

L’aspetto fondamentale è la concentrazione di gas radon, che non deve superare il livello di riferimento della concentrazione media annua definito dal D.lgs. 101/2020.

Come si valuta il rischio radon?
Se la concentrazione media annua del radon in aria non supera i 300 Bq/m3, l’esercente deve:

Elaborare e conservare per otto anni un documento contenente l’esito delle misurazioni e la valutazione delle misure correttive attuabili.

Ripetere le misurazioni ogni otto anni e dopo interventi di manutenzione straordinaria.

Se la concentrazione supera i 300 Bq/m3, l’esercente deve adottare tutte le misure correttive necessarie per ridurre le concentrazioni, con l’aiuto di un esperto in interventi di risanamento radon.

Come risolvere il problema del gas radon?

Ventilazione degli ambienti.
Sigillatura di crepe o fessure.
Aspirazione dell’aria interna.
Pressurizzazione dell’edificio.
Isolamento di locali colpiti.
Interventi strutturali o sostituzione dei materiali.
Barriere anti radon.

La gestione del rischio radon richiede una corretta progettazione, gestione e manutenzione degli spazi interrati e seminterrati, una giusta misurazione della concentrazione presente e un piano di monitoraggio con l’ausilio di esperti.

Devi effettuare la valutazione del rischio gas radon nella tua azienda o aggiornarla?

Contattaci per maggiori informazioni e per un preventivo gratuito.

Il Datore di Lavoro, nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), deve prendere in considerazione tutti i potenziali rischi correlati all’esercizio dell’attività. Il rischio stradale in ambito aziendale può costituire un serio problema, in termini infortunistici ed economici, per le aziende che utilizzano stabilmente autovetture, autocarri e mezzi d’opera in genere.

Una valutazione del rischio corretta ed economicamente sostenibile deve innanzitutto identificare le componenti su cui agire proattivamente e, in seconda istanza, individuare tutte le azioni che si possono adottare per ridurre o eliminare i rischi alla guida.

Le tre componenti principali sono uomo, veicolo e infrastruttura. Queste variabili si trovano in un equilibrio dinamico tra loro, equilibrio costantemente minacciato da fattori incontrollabili come la componente ambientale.

• Componente “uomo”: È la più fragile dell’intera catena, in quanto incorre facilmente in errori quali stima errata della velocità o della propria stanchezza, distrazione, etc. Per questa ragione necessita di una corretta formazione, addestramento, condizioni fisiche adeguate a guidare in sicurezza e preparazione alle emergenze.

• Componente “veicolo”: Deve rispettare le condizioni di sicurezza, le disposizioni in tema di manutenzione, i requisiti ergonomici e la corretta conservazione degli equipaggiamenti.

• Componente “infrastruttura”: Deve essere controllata programmando i percorsi, il tempo e la distanza.

• Componente “ambientale”: Comprende le variazioni meteorologiche, le condizioni di traffico, etc., ed è impossibile da controllare.

I riferimenti normativi in materia di rischi stradali

Alcuni degli elementi legati al rischio stradale sono regolati da specifiche norme di legge, come ad esempio:

Divieto di assunzione di alcool e sostanze stupefacenti (Codice della Strada, artt. 186 e 187).
Rispetto dei limiti di velocità (Codice della Strada, artt. 141 e 142).

Divieto di uso del cellulare alla guida (a meno di usare dispositivi in viva voce – Codice della Strada, art. 173).
Rispetto dei tempi di guida e di riposo e l’uso del cronotachigrafo (Regolamento CE 561/2006, D.Lgs. n. 234/2007).
Norme per il rilascio delle patenti di guida (Decreto del 22/12/2015, concernente anche la sindrome delle apnee ostruttive del sonno – OSAS).
Obbligo di effettuazione periodica delle revisioni (Codice della Strada, art. 80).
Procedure di revisione, integrazione e apposizione della segnaletica stradale destinata alle attività lavorative che si svolgono in presenza di traffico veicolare (Decreto del 22/01/19, che ha abrogato il precedente Decreto del 04/03/13).

L’automezzo come attrezzatura di lavoro: gli obblighi derivanti
dall’articolo 71 del D.Lgs. 81/08

Gli automezzi sono identificabili, ai fini della valutazione dei rischi, come “macchinari e attrezzature di lavoro” e ricadono quindi nel campo d’applicazione dell’art. 71 del D.Lgs. 81/08 e dell’allegato VI. Gli obblighi del datore di lavoro in tema di autoveicoli aziendali includono:

Scegliere le attrezzature e i macchinari, e quindi le autovetture, conformemente alle condizioni di lavoro e ai rischi presenti e alle necessità di sicurezza (comma 2).
Adottare procedure affinché le autovetture siano utilizzate secondo le istruzioni d’uso e secondo le buone prassi d’utilizzo (commi 3 e 4).
Svolgere corsi di formazione sull’uso delle apparecchiature e dei mezzi, se necessario (comma 7).
Effettuare controlli iniziali e manutenzioni periodiche e straordinarie delle autovetture e delle attrezzature (comma 8); tracciarli per iscritto mediante protocolli e registri (comma 9).

Rischio stradale: i fattori scatenanti

Le cause principali di incidenti e infortuni stradali includono:

• Fattori umani: Comportamenti errati alla guida, stato psico-fisico alterato del conducente, condizioni di salute.
• Fattori legati al veicolo: Inadeguata manutenzione, tipologia dei veicoli non adatta al lavoro.
• Fattori organizzativi e gestionali: Scarsa informazione, formazione e addestramento, condizioni potenzialmente stressogene.
• Fattori ambientali: Tipologia di percorso, stato della strada e viabilità, condizioni climatiche e visibilità, condizioni di traffico.

Il rischio stradale, con le sue ricadute infortunistiche ed incidentali, costituisce un serio problema per tutte le aziende che utilizzano autovetture e veicoli in genere per svolgere le loro attività. Una corretta valutazione e una gestione puntuale e proattiva del rischio stradale può fare la differenza in termini infortunistici ed economici.

Devi effettuare la valutazione del rischio stradaleradon nella tua azienda o aggiornarla?

Contattaci per maggiori informazioni e per un preventivo gratuito.

Il discomfort visivo, derivante da un’illuminazione inadeguata o da un uso prolungato di schermi digitali, può causare affaticamento oculare, mal di testa, dolori al collo e alla schiena, visione offuscata o doppia, difficoltà di concentrazione, sensibilità alla luce, alterazioni del sonno, problemi di accomodazione visiva, secchezza oculare e miopia temporanea. Per prevenirlo, sono necessarie pause regolari, illuminazione adeguata e una valutazione professionale.

MISURE DI PREVENZIONE
Per ridurre il discomfort visivo:

Regolazione dei Livelli di Illuminazione
Utilizzo di Luci Regolabili
Minimizzazione dell’Abbagliamento
Qualità dell’Illuminazione
Promozione della Luce Naturale
Manutenzione Regolare
Posizionamento Corretto delle Lampade
Utilizzo di Schermi Antiriflesso
Educazione dei Lavoratori

AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
ILLUMINAZIONE

Secondo il Decreto Legislativo n. 81/2008, la valutazione deve essere aggiornata in caso di:

Modifiche significative
Incidenti o quasi incidenti
Feedback dei lavoratori
Aggiornamenti normativi

Il discomfort visivo e il rischio illuminazione influenzano negativamente salute e produttività.

Una valutazione accurata e regolare, unita a formazione e misure preventive, migliora la sicurezza e il benessere dei lavoratori.

LTR Srl offre un servizio professionale per la valutazione e l’aggiornamento del rischio illuminazione.

Il contesto lavorativo può essere rischioso per tutte le lavoratrici in gravidanza. Attività quotidiane sicure per altri possono essere pericolose per una gestante.

Fonti Normative
Il D.Lgs. 81/08 e il D.Lgs. 151/2001 regolano la valutazione del rischio per le lavoratrici gestanti, estendendo la tutela della maternità a diverse tipologie di lavoratrici.

Responsabilità del Datore di Lavoro
Il Datore di Lavoro è responsabile della valutazione dei rischi per le lavoratrici in gravidanza, inclusa l’adozione di misure preventive e informative.

Valutazione del Rischio
Il Datore di Lavoro, insieme al Medico Competente e al Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, deve valutare le mansioni, i rischi strutturali e l’esposizione ai rischi specifici per le gestanti.

Tutele del D.Lgs. 151/2001
Il D.Lgs. 151/2001 impone divieti di lavoro e permessi retribuiti per esami prenatali, oltre a valutazioni di rischi specifici e vietando il lavoro notturno.

Misure di Prevenzione per la Gravidanza
Alcuni lavori sono vietati per le lavoratrici gestanti, come quelli faticosi, pericolosi e insalubri, e richiedono l’adozione di misure preventive specifiche.

Obblighi delle Lavoratrici
Le lavoratrici devono informare tempestivamente il Datore di Lavoro del proprio stato di gravidanza per permettere l’attuazione delle azioni di prevenzione necessarie.

Rischio di Caduta dall’Alto e Lavori in Quota

Il rischio di caduta dall’alto rappresenta uno dei pericoli più gravi nelle attività lavorative svolte a una certa altezza dal suolo. È particolarmente prominente nei settori come l’edilizia, la manutenzione industriale e l’installazione di impianti. Questo rischio può portare a lesioni gravi o addirittura mortali per i lavoratori coinvolti.

I lavori in quota si riferiscono a qualsiasi attività lavorativa eseguita ad un’altezza tale da cui una caduta potrebbe causare lesioni personali. L’articolo 107 del d.lgs. 81/2008 indica come lavori in quota quelli effettuati a un’altezza di due metri o più dal piano di calpestio.

Il rischio di caduta dall’alto è un serio pericolo per i lavoratori impegnati in attività in quota. La gestione efficace di questo rischio richiede una progettazione accurata delle modalità operative, una formazione adeguata dei lavoratori e l’implementazione di misure preventive robuste. La consapevolezza e l’attuazione di queste misure sono essenziali per garantire un ambiente di lavoro sicuro e proteggere la salute dei lavoratori.

Lavoro Notturno: Normative e Gestione del Rischio

Il lavoro notturno all’interno delle aziende rappresenta un aspetto critico spesso sottovalutato, esponendo i lavoratori a fattori di rischio sia fisici che psicologici. È obbligo del Datore di Lavoro analizzare questo rischio attraverso il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) e individuare le misure più appropriate di prevenzione e protezione.

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro, con la nota n. 1050 del 26 novembre 2020, ha chiarito la definizione di “lavoratore notturno”. Secondo il D.Lgs. 8 aprile 2003 n. 66, il periodo notturno è compreso tra le 22:00 e le 5:00 del giorno successivo, o altre definizioni simili a seconda delle specifiche contrattuali.

Un lavoratore notturno è chi svolge almeno tre ore di lavoro durante il periodo notturno, o chi opera secondo le regole della contrattazione collettiva, o ancora chi lavora notturnamente per almeno ottanta giorni all’anno in assenza di contrattazione.

Rischi per la Salute e la Sicurezza nel Lavoro Notturno

I lavoratori notturni sono più esposti a stress fisici e psicologici dovuti all’alterazione del ritmo sonno-veglia, con effetti a breve termine (disturbi del sonno, dell’apparato digestivo, stress) e a lungo termine (malattie cardiovascolari, gastroenteriche, disturbi psicoaffettivi).
È fondamentale implementare misure organizzative, come pause e riduzioni dei carichi di lavoro, e protocolli di sorveglianza sanitaria idonei.

Sorveglianza Sanitaria
È obbligo del Datore di Lavoro sottoporre i lavoratori notturni a una specifica sorveglianza sanitaria per monitorare il loro stato di salute e garantirne l’idoneità allo svolgimento dell’attività notturna.

Rischi e DVR
Il DVR deve contenere l’analisi dei rischi connessi al lavoro notturno, le relative misure preventive e protettive, nonché il piano di miglioramento continuo. È fondamentale valutare anche i rischi emergenziali associati al lavoro notturno e definire procedure adeguate.

Obblighi del Datore di Lavoro

Gli obblighi del Datore di Lavoro comprendono l’integrazione del DVR, la sorveglianza sanitaria biennale, la formazione del personale, l’audit periodico e la definizione di un piano di miglioramento continuo. È necessario consultare le rappresentanze sindacali prima di assegnare i dipendenti al lavoro notturno.

Il lavoro notturno rappresenta una sfida importante per la salute e la sicurezza dei lavoratori.

L’implementazione corretta delle normative vigenti e l’adozione di adeguate misure preventive sono essenziali per garantire un ambiente di lavoro sicuro e per proteggere la salute dei dipendenti.

I locali interrati e seminterrati rappresentano un’ottima alternativa per diversi tipi di attività lavorative, purché rispettino i requisiti di sicurezza, illuminazione, microclima e ventilazione previsti dalle normative vigenti.

Autorizzazioni per l’Uso di Locali Interrati come Ambienti di Lavoro

Secondo il D.Lgs. 81/2008, l’ATS può concedere un’autorizzazione in deroga per l’uso lavorativo di locali interrati o seminterrati. Questa deroga può includere anche l’altezza minima dei locali, se inferiore a 3 metri, come specificato nell’art. 63, comma 1, allegato IV punto 1.2.4 del D.Lgs. 81/2008. Ambienti di Lavoro in Locali Interrati

I locali interrati possono ospitare diversi ambienti di lavoro, tra cui:

• Uffici: Con adeguata illuminazione e ventilazione, gli interrati possono ospitare uffici per vari settori professionali.

• Laboratori: Laboratori scientifici o tecnici possono essere collocati in interrati ben ventilati e attrezzati.
• Magazzini e Depositi: Ottimi spazi per stoccare merci, attrezzature o materiali.
• Archivi: Possono ospitare archivi documentali o di altro tipo.
• Locali Tecnici: Adatti per impianti meccanici, elettrici o di controllo centralizzato.
• Sale di Formazione o Riunioni: Con adeguata preparazione, possono essere usati per incontri professionali o formazione.
• Studi di Produzione: Studi di registrazione, fotografici o di produzione video in spazi ben isolati acusticamente.
• Palestre o Sale Fitness: Spazi per l’allenamento fisico o per il benessere.
• Atelier Artigianali: Adatti a attività creative o artigianali come pittura, scultura o artigianato.

La corretta progettazione e l’adeguamento ai codici edilizi e alle normative di sicurezza locali sono fondamentali per rendere funzionali ed efficienti questi ambienti di lavoro.

Principali Rischi in Locali di Lavoro Interrati

• Ventilazione Inadeguata: Possibile accumulo di gas tossici.
• Illuminazione Insufficiente: Aumento del rischio di incidenti.
• Rischio di Inondazioni: Durante forti piogge o perdite di tubazioni.
• Esposizione al Gas Radon: Sostanze nocive dovute alla vicinanza al terreno.
• Accesso Limitato: Difficoltà di evacuazione rapida in caso di emergenza.
• Strutture Non Sicure: Rischi di crolli, soprattutto in zone sismiche.
• Condizioni Microclimatiche Sfavorevoli: Temperatura, umidità, rumore e vibrazioni sfavorevoli.
• Isolamento e Stress Psicologico: Sensazioni di claustrofobia e aumento dello stress.
• Emergenze Incendio: Difficoltà di evacuazione in caso di incendio.

È fondamentale prevenire e mitigare questi rischi attraverso una progettazione adeguata, buone pratiche di lavoro e formazione del personale.

Esistono diverse condizioni necessarie per lavorare in Ambienti Sotterranei o Semi-Sotterranei, tra cui:

• Ventilazione Adeguata: Fornitura di aria pulita per ridurre l’esposizione a sostanze nocive.
• Illuminazione Adeguata: Sia naturale che artificiale per garantire la visibilità.
• Vie di Uscita di Emergenza: Accesso sicuro e chiaro alle uscite di emergenza per una rapida evacuazione.

• Microclima Confortevole: Controllo di temperatura e umidità per mantenere un ambiente di lavoro confortevole.
• Sicurezza Antincendio: Sistemi di prevenzione e gestione degli incendi.
• Protezione contro Gas e Sostanze Pericolose: Rilevamento e prevenzione delle esposizioni nocive.
• Strutture Resistenti: Per prevenire crolli o altri pericoli strutturali.
• Isolamento Acustico: Riduzione del rumore per un ambiente di lavoro tranquillo.

Il rispetto di queste condizioni consente di creare un ambiente di lavoro sicuro, conforme alle normative locali, che promuove il benessere e la produttività dei lavoratori.

Hai bisogno di una valutazione del rischio per locali interrati nella tua azienda o vuoi aggiornarla?

Contattaci per maggiori informazioni e per un preventivo gratuito.

“Il microclima si riferisce al complesso dei parametri ambientali temperatura, umidità relativa e velocità dell’aria, che condizionano lo scambio termico tra individuo e ambiente”.

Il microclima è uno degli Agenti Fisici che il Datore di Lavoro deve considerare nella suaValutazione del Rischio (DVR).

Ambienti Moderati, Severo (Freddi o Caldi), Termicamente Moderabili o Vincolati

• Ambiente termico moderato: Secondo la norma UNI EN ISO 7730, è un ambiente con scostamenti moderati dalle condizioni ideali di comfort termico. Il soggetto mantiene l’equilibrio termico senza eccessive sollecitazioni del sistema di termoregolazione.
• Ambiente termico severo: Definito dalla norma UNI ISO 7730 come “extreme thermal environments”, è un ambiente in cui i meccanismi di termoregolazione del corpo umano sono fortemente sollecitati, e possono non essere sufficienti a evitare gravi compromissioni delle funzioni dell’organismo.
• Ambienti termicamente moderabili: Ambienti senza vincoli che impediscono il raggiungimento di condizioni di comfort.
• Ambienti termicamente vincolati: Ambienti in cui l’attività lavorativa è vincolata alle condizioni termiche, come lavorazioni all’aperto o in celle frigorifere.

Riferimenti Normativi Utili per la Valutazione del Microclima

• Norme UNI: PHS, WBGT e IREQ da adottare a seconda degli ambienti.
• D. Lgs. 81/08: Titolo VIII capo I e Allegato IV.

Misure di Tutela per i Lavoratori Esposti a Microclima Severo
• Ambientazioni calde:
◦ Lavori programmati nelle ore più fresche
◦ Programma di acclimatamento
◦ Risorse di acqua sufficienti
◦ Indumenti traspiranti

• Ambientazioni fredde:
◦ Pause in aree con comfort termico
◦ DPI antifreddo
◦ Indumenti traspiranti

Il rischio microclima può essere collegato anche al rischio da esposizione a raggi UV, specialmente in lavorazioni outdoor durante la stagione estiva.

Hai bisogno di una valutazione del rischio microclima nella tua azienda o vuoi aggiornarla?

Contattaci per maggiori informazioni e per un preventivo gratuito.

La movimentazione manuale dei carichi (MMC) comprende tutte le attività lavorative di trasporto e sostegno di un carico da parte di uno o più lavoratori. Le azioni specifiche includono:

Sollevare, Deporre, Spingere, Tirare, Portare, Spostare.

Il D.Lgs. 81/08, noto come Testo Unico sulla sicurezza, tratta la MMC nel Titolo VI e
nell’Allegato XXXIII. Il testo rinvia alla norma UNI ISO 11228 (parti 1, 2 e 3) che diventa vincolante per il processo di valutazione del rischio.

Obblighi del Datore di Lavoro

Secondo l’art. 168 del D.Lgs. 81/08, il datore di lavoro deve:

Adottare misure organizzative e utilizzare mezzi appropriati, come attrezzature meccaniche, per evitare la MMC da parte dei lavoratori.

Se non è possibile evitare la MMC, deve adottare misure organizzative, fornire mezzi adeguati e ridurre il rischio di MMC tenendo conto dell’Allegato XXXIII, attraverso:

Organizzazione dei posti di lavoro per garantire sicurezza e salute.
Valutazione delle condizioni di sicurezza e salute connesse al lavoro, tenendo conto dell’Allegato XXXIII.
Adozione di misure per evitare o ridurre i rischi di patologie dorso-lombari.
Sorveglianza sanitaria dei lavoratori, basata sulla valutazione del rischio e dei fattori individuali di rischio dell’Allegato XXXIII.

Patologie Dovute a MMC

La MMC può causare patologie legate all’usura progressiva del sistema muscolo-
scheletrico, specialmente alla colonna vertebrale e alla sezione lombare. Questi problemi derivano da movimenti impropri e ripetuti di sollevamento e trasporto.

Valutazione del Rischio MMC
Il metodo più utilizzato per valutare il rischio MMC è quello elaborato dal National Institute of Occupational Safety and Health (NIOSH), come indicato dalla norma UNI ISO 11228-1. Esistono anche i metodi “OCRA” per i movimenti ripetuti e “Snook Ciriello” per il rischio da traino spinta, rispettivamente normati dalle UNI ISO 11228-2 e UNI ISO 11228-3.

Fattori di Rischio MMC

I principali fattori che influenzano il rischio MMC secondo il metodo NIOSH sono:

• Massa del carico: Maggiore massa implica maggiore sforzo e sovraccarico muscolo-scheletrico.

• Altezza del punto di presa del carico: Minore altezza aumenta il sovraccarico del rachide.
• Spostamento verticale del carico: Maggiore spostamento aumenta lo stress fisico.
• Distanza tra il carico e il corpo: Maggiore distanza aumenta la fatica.
• Rotazione del busto: Aumenta la fatica e il sovraccarico del rachide.
• Frequenza dei sollevamenti: Maggiore frequenza aumenta la fatica e il rischio di sovraccarico.

La valutazione richiede un approccio che integri sicurezza, comfort dei lavoratori e esigenze produttive.

Hai bisogno di una valutazione del rischio movimentazione manuale dei carichi nella tua azienda o vuoi
aggiornarla?

Contattaci per maggiori informazioni e per un preventivo gratuito.

 

Il lavoro in solitudine, o lavoro isolato, si riferisce alle situazioni in cui un lavoratore si trova a operare senza la possibilità di essere visto o sentito da altre persone, e senza aspettarsi visite di altri lavoratori. Questo concetto, pur non essendo dettagliatamente regolamentato dalla legislazione italiana, trova accenni in diversi punti del D.Lgs. 81/08 (Testo Unico sulla Sicurezza).

Riferimenti Normativi nel D.Lgs. 81/08

1. Articolo 66: Lavori in ambienti sospetti di inquinamento.
2. Allegato IV, punto 3: Spazi confinati.
3. Articolo 145: Disarmo delle armature.
4. Articolo 113: Scale.
5. D.M 388/2013, Art. 2 comma 5: Obbligo di fornire un mezzo di comunicazione idoneo ai lavoratori isolati.

Rischi e Problematiche del Lavoro in Solitudine

• Aumento del rischio di infortuni: Lavorare da soli può incrementare la probabilità di infortuni, specialmente in lavori pericolosi o ripetitivi.
• Stress psichico: L’isolamento può causare ansia, paura e stress.
• Decisioni errate: L’assenza di assistenza e supporto può portare a decisioni sbagliate.
• Ritardi nei soccorsi: In caso di emergenza, l’intervento di soccorso può essere ritardato.

Misure di Prevenzione e Riduzione del Rischio

Principi Generali

1. Idoneità del personale: Impiegare solo lavoratori fisicamente e mentalmente idonei.
2. Formazione specifica: Istruzione adeguata per lavoratori isolati.
3. Allarmi e soccorso: Possibilità di dare l’allarme in ogni momento.
4. Sorveglianza e controllo: Sistemi di monitoraggio per lavori pericolosi.

Valutazione del Rischio e Misure Preventive

1. Documento di Valutazione dei Rischi (DVR): Include la valutazione del rischio di lavoro in solitudine.
2. Procedure di controllo: Definire procedure per la sorveglianza degli ambienti di lavoro isolati.
3. Utilizzo di tecnologie: Dispositivi di monitoraggio e controllo (es. dispositivo uomo a terra, smartphone con GPS).
4. Soluzioni tecniche specifiche: Timer per lavori in celle frigorifere, allarmi automatici per rilevazione di movimenti.

Esempi di Lavori a Rischio di Solitudine
Autotrasportatori
Guardiani notturni e diurni
Tecnici di pronto intervento
Addetti alle pulizie
Operatori in impianti a ciclo continuo
Vigilanti
Telelavoratori
Portieri d’albergo
Lavoratori in agricoltura
Commercianti
Addetti alla riscossione di denaro

È essenziale che le aziende valutino questo rischio nel Documento di Valutazione dei Rischi e adottino misure preventive adeguate per garantire la sicurezza e il benessere dei lavoratori isolati.

LTR Srl offre supporto professionale nella valutazione e gestione del rischio lavoro solitario. Contattaci per una consulenza.

Il D.lgs. 101/2020 definisce le radiazioni ionizzanti come “particelle o onde
elettromagnetiche con lunghezza d’onda non superiore a 100 nanometri o con frequenza non inferiore a 3·10^15 Hz, in grado di produrre ioni direttamente o indirettamente interagendo con la materia.”

Esistono diverse particelle che possono ionizzare la materia:

• Particelle alfa: Penetrazione estremamente modesta, schermate da un foglio di carta. Pericolose se inalate o ingerite.
• Particelle beta ed elettroni accelerati: Capacità di penetrazione modesta, dose massima assorbita cresce con l’energia delle particelle.
• Fotoni (raggi gamma, raggi X): Capacità di penetrazione varia da modesta per fotoni a bassa energia a elevata per fotoni di media ed alta energia.

Tipologie di Radiazioni Ionizzanti

Le radiazioni ionizzanti si dividono in due categorie:

• Naturali: Raggi cosmici e radionuclidi naturalmente presenti in materie prime e sottoprodotti industriali (NORM), come il gas radon.
• Artificiali: Derivate da attività umane, come quelle mediche, industriali e di produzione di energia.

Ambiti di Utilizzo

• Medico:
◦ Diagnostica per immagini tramite raggi X (radiografia, tomografia
computerizzata)
◦ Diagnostica con somministrazione di radioisotopi (PET, scintigrafia)
◦ Trattamento dei tumori tramite radioterapia

• Industriale:
◦ Radiografia industriale
◦ Impianti di sterilizzazione con raggi gamma
◦ Controllo di qualità sui pezzi prodotti
◦ Controlli di sicurezza
◦ Controllo dello stato di conservazione delle opere d’arte

Effetti sulla Salute dei Lavoratori

Le radiazioni ionizzanti possono trasmettere energia alle molecole delle strutture cellulari, danneggiandone le funzioni. Gli effetti del danneggiamento delle cellule si dividono in:

• Effetti somatici: Si manifestano sull’individuo esposto.
• Effetti ereditari: Colpiscono i discendenti della persona.

Gli effetti somatici possono essere ulteriormente classificati in:

• Effetti deterministici: Si manifestano solo per dosi superiori a una certa soglia.
• Effetti stocastici: La probabilità di manifestarsi cresce con la dose, ma l’effetto è indipendente dall’intensità.

Valutazione del Rischio: Cosa Stabilisce il D.Lgs. 101/2020?

Ai sensi dell’articolo 130, l’esperto di radioprotezione effettua la valutazione di
radioprotezione, esamina e verifica i dispositivi di protezione e gli strumenti di misura, ed assiste il datore di lavoro nella predisposizione di programmi e procedure. Le disposizioni del decreto fissano anche i requisiti e i regimi di controllo che riguardano le diverse situazioni di esposizione, basandosi sui principi di giustificazione, ottimizzazione e limitazione delle dosi. Le norme del decreto si applicano in tutti i contesti in cui ci sia un rischio di esposizione a radiazioni ionizzanti non trascurabile dal punto di vista della radioprotezione. Inoltre, per quanto non specificatamente previsto, si applica il D.lgs. 81/08.

La gestione del rischio radiazioni ionizzanti è direttamente correlata all’analisi,
identificazione e misura delle particelle o onde elettromagnetiche che possono ionizzare la materia, e alle adeguate procedure di prevenzione delle esposizioni.

LTR Srl offre il servizio di valutazione del rischio radiazioni ionizzanti. Contattaci per richiedere il nostro supporto.

Il D.lgs. 81/2008 definisce le radiazioni ottiche come “tutte le radiazioni elettromagnetiche nella gamma di lunghezza d’onda compresa tra 100 nm e 1 mm”. Gli effetti delle radiazioni ottiche sulla salute dei lavoratori dipendono dalla lunghezza d’onda e dall’intensità della radiazione incidente. Il datore di lavoro ha l’obbligo di valutare il rischio delle radiazioni ottiche artificiali sul luogo di lavoro e, se necessario, applicare misure per ridurre al minimo l’esposizione e i rischi correlati.

Tipologie di Radiazioni Ottiche Artificiali

Le radiazioni ottiche possono essere naturali, come quelle solari, o artificiali, originate da sorgenti create dall’uomo. Lo spettro delle radiazioni ottiche si divide in:

• Radiazioni ultraviolette (UV): 100-400 nm
• Radiazioni visibili: 380-780 nm
• Radiazioni infrarosse (IR): 780 nm-1 mm

Le sorgenti possono essere classificate in coerenti (emesse da laser) e incoerenti
(emesse da altre sorgenti). I raggi laser, che amplificano la luce mediante emissione stimolata di radiazione, sono particolarmente pericolosi.

Effetti sulla Salute dei Lavoratori

Gli effetti delle radiazioni ottiche artificiali riguardano principalmente due organi bersaglio:

• Occhi: Possono subire danni come fotocheratocongiuntivite, cataratta, e danni retinici da luce blu.
• Pelle: Possibili danni includono eritema, foto invecchiamento cutaneo, tumori della pelle, e reazioni fototossiche e fotoallergiche.

Oltre agli effetti diretti, ci sono anche effetti indiretti come disturbi visivi temporanei (abbagliamento) e rischi di incendio o esplosione.

Valutazione del Rischio:

La valutazione del rischio radiazioni ottiche artificiali è necessaria per garantire che i livelli di esposizione siano entro i limiti di sicurezza. Secondo l’art. 216 del D.lgs. 81/2008, il datore di lavoro deve:

Valutare il livello, la lunghezza d’onda e la durata dell’esposizione.
Considerare i valori limite di esposizione (art. 215, allegato XXXVII).
Identificare effetti diretti e indiretti sulla salute e sicurezza.

Misure di Prevenzione e Protezione

Per ridurre i rischi, il datore di lavoro deve:

Adottare attrezzature che riducano l’esposizione alle radiazioni ottiche.
Limitare il tempo di esposizione dei lavoratori.
Utilizzare DPI adeguati, come occhiali protettivi e tute.
Considerare i lavoratori sensibili o sensibilizzati.

Valutazione Rischio ROA con LTR srl

LTR Srl offre servizi di valutazione del rischio radiazioni ottiche artificiali in conformità con il D.lgs. 81/2008, avvalendosi di tecnici qualificati e garantendo qualità ed efficacia.

Hai bisogno di valutare il rischio ROA nella tua azienda? Contattaci.

Il rischio rumore è spesso sottovalutato nei luoghi di lavoro, nonostante possa causare malattie professionali come l’ipoacusia e aumentare il rischio di infortuni. Secondo il D.lgs. 81/2008, il datore di lavoro è obbligato a valutare questo rischio attraverso il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) e adottare misure di prevenzione e protezione adeguate.

Effetti del Rumore sulla Salute e Sicurezza dei Lavoratori

Gli effetti del rumore sulla salute dei lavoratori possono essere gravi, includendo:

• Ipoacusia da rumore: Riduzione progressiva dell’udito.
• Sordità: Perdita totale dell’udito.
• Effetti extrauditivi: Problemi neuropsichici (insonnia, affaticamento), cardiocircolatori (ipertensione), respiratori, intestinali (ulcere), digestivi (gastrite) e endocrini (aumento degli ormoni dello stress).

Il rumore può anche compromettere la comunicazione verbale e la percezione dei segnali di sicurezza, aumentando il rischio di infortuni.

Valutazione del Rischio Rumore secondo il D.lgs. 81/2008

La valutazione del rischio rumore analizza il livello di esposizione dei lavoratori al rumore per garantire che rientri nei limiti di sicurezza stabiliti dalla normativa. La valutazione è solitamente strumentale, utilizzando fonometri integratori per misurare la pressione acustica. In casi specifici, può essere effettuata senza strumenti, basandosi su dati letterari.

Procedure di Valutazione

• Livelli di Esposizione:

80-85 dB: Formazione, informazione, DPI su richiesta.
85-87 dB: Uso obbligatorio di DPI, sorveglianza sanitaria.
◦ >87 dB: Modifiche ai processi per ridurre l’esposizione, misure protettive
aggiuntive.

• Aggiornamento della Valutazione: La valutazione deve essere aggiornata almeno ogni quattro anni o quando vengono introdotti nuovi macchinari o modifiche nei processi lavorativi.

Misure di Prevenzione e Protezione

• Riduzione del Rumore alla Fonte: Utilizzo di attrezzature a bassa emissione di
rumore.
• Isolamento delle Sorgenti Sonore: Materiali assorbenti per pareti e soffitti.
• Limitazione del Tempo di Esposizione.
• Utilizzo di DPI: Cuffie, tappi monouso, tappi auricolari modellati, caschi.
• Sensibilizzazione dei Lavoratori: Formazione sull’importanza di proteggere l’udito.

La valutazione e la gestione del rischio rumore sono essenziali per la salute e sicurezza dei lavoratori.

LTR Srl offre supporto professionale per la valutazione del rischio rumore, garantendo conformità alle normative e protezione per i lavoratori.

Il rischio sismico rappresenta la potenziale minaccia di un terremoto in una determinata area geografica, combinando la probabilità di un evento sismico con le sue conseguenze negative. Esso è determinato da tre componenti principali:

• Pericolosità sismica: Probabilità di un terremoto di certa magnitudine in un’area specifica.
• Esposizione: Presenza di persone, edifici, infrastrutture e altre risorse a rischio.
• Vulnerabilità: Suscettibilità delle strutture e delle persone agli effetti sismici.

Una corretta valutazione e mitigazione del rischio può ridurre le perdite umane e materiali.

Danni in Ambienti di Lavoro

I terremoti possono causare vari danni negli uffici e ambienti di lavoro, tra cui:

• Dispersione di polveri: Caduta di soffitti e pareti, con rilascio di polveri.
• Danni agli impianti elettrici: Rischio di cortocircuiti o incendi.
• Rottura di tubazioni: Allagamenti o fughe di gas.
• Danni a sistemi di climatizzazione: Compromissione della qualità dell’aria.
• Caduta di oggetti e mobili: Pericolo fisico per i lavoratori.
• Interruzione delle comunicazioni: Difficoltà nel coordinare le operazioni di emergenza.

Analisi del Rischio Sismico nel DVR

In Italia, il rischio sismico deve essere obbligatoriamente inserito nel DVR, comprendendo:

• Identificazione del rischio: Verifica della zona sismica dell’attività.
• Valutazione del rischio: Analisi della vulnerabilità di edifici e infrastrutture.
• Misure di prevenzione: Rinforzo strutturale e norme antisismiche.
• Pianificazione delle emergenze: Procedure specifiche per l’evacuazione e la risposta al sisma.
• Monitoraggio e aggiornamento: Verifica e aggiornamento regolari delle misureadottate.

Misure per Ridurre il Rischio Sismico

Per garantire la sicurezza negli ambienti di lavoro, è fondamentale:

• Rispetto delle normative edilizie antisismiche: Uso di materiali e tecniche costruttive specifiche.
• Fissaggio di mobili e oggetti pesanti: Prevenzione della caduta.
• Pianificazione di emergenza: Piani di evacuazione e punti di ritrovo.
• Formazione e simulazioni: Preparazione del personale.
• Sistemi di allarme sismico: Avvisi precoci di terremoti imminenti.
• Kit di pronto soccorso: Gestione delle emergenze sanitarie.
• Educazione sui rischi sismici: Informazione e sensibilizzazione della comunità.

Una gestione efficace del rischio sismico dipende dalla progettazione, gestione e
manutenzione degli edifici, dalla sicurezza degli elementi non strutturali e da una gestione delle emergenze ben pianificata.

LTR SRL offre servizi professionali per la valutazione e l’aggiornamento del rischio sismico nella tua azienda.

Contattaci ora per ulteriori informazioni.

Lo smart working è una modalità di lavoro dinamica che consente al lavoratore di operare fuori dall’azienda, gestendo autonomamente il proprio tempo. La Legge 22
maggio 2017, n. 81 definisce lo smart working come “una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, senza precisi vincoli di orario o luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici”.

Accordo tra Lavoratori e Datore di Lavoro

L’accordo individuale di smart working è obbligatorio per avviare il lavoro agile in azienda. Questo documento stabilisce la durata del progetto, i luoghi di lavoro esterni alla sede aziendale e il controllo disciplinare del datore di lavoro. Le aziende devono caricare l’accordo sulla piattaforma del Ministero del Lavoro utilizzando lo SPID o le credenziali di accesso.

Salute e Sicurezza nel Lavoro Agile

La normativa italiana prevede che il datore di lavoro garantisca la sicurezza dei lavoratori anche in smart working, consegnando un’informativa scritta sui rischi generali e specifici. L’INAIL ha pubblicato un documento utile per datori di lavoro e lavoratori intitolato “Informativa sulla salute e sicurezza nel lavoro agile ai sensi dell’art. 22, comma 1, L. 81/2017”.

Infortuni e Malattie Professionali

I lavoratori in smart working sono tutelati contro infortuni e malattie professionali. La copertura assicurativa non viene riconosciuta in caso di rischio elettivo, ovvero quando il comportamento del lavoratore è volontariamente contrario al buon senso e alle norme di sicurezza.

Valutazione dei Rischi e DVR
Il datore di lavoro deve individuare e valutare i rischi dello smart working, aggiornando il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) per garantire un ambiente di lavoro sicuro.

Lo smart working deve essere gestito correttamente dal datore di lavoro in conformità con la normativa italiana.

LTR SRL offre servizi professionali per la valutazione e l’aggiornamento del rischio smart working, garantendo sicurezza e conformità alle norme vigenti.

Il Decreto Legislativo 81/08 stabilisce che il Datore di Lavoro deve valutare tutti i potenziali rischi per i propri dipendenti, inclusi quelli derivanti dall’esposizione a radiazioni UV. Questa valutazione deve includere l’identificazione delle attività a rischio, la comprensione degli effetti dell’esposizione e l’adozione di misure di prevenzione adeguate.

1. Identificazione delle attività a rischio

Le attività lavorative che richiedono la permanenza prolungata all’aperto sono
particolarmente a rischio di esposizione a radiazioni UV. Queste includono:

Lavorazioni agricole e forestali
Floricultura e giardinaggio
Attività balneari, edili e cantieristiche
Lavorazioni in cave e miniere a cielo aperto
Pesca e lavori a bordo di imbarcazioni
Movimentazione merci e attività portuali
Manutenzione linee elettriche ed idrauliche esterne
Istruttori di sport all’aperto, maestri di sci

Altre attività che possono comportare il rischio di esposizione a radiazione solare
includono:

Parcheggiatori
Operatori ecologici e netturbini
Conducenti di taxi, autobus, autocarri, ecc.
Polizia Municipale, Forze dell’Ordine e Militari con mansioni all’aperto

2. Effetti dell’esposizione alle radiazioni UV

L’esposizione alle radiazioni UV può avere effetti acuti e cronici sia sulla pelle che sugli occhi.

• Effetti acuti sulla pelle: eritema solare, fotodermatiti, dermatiti fotoallergeniche.
• Effetti cronici sulla pelle: cancerogenicità e fotoinvecchiamento.
• Effetti acuti sugli occhi: fotocongiuntivite, fotocheratite.
• Effetti cronici sugli occhi: cataratta, tumori oculari, degenerazione maculare.

La radiazione solare è classificata come cancerogeno per l’uomo dall’International Agency for Research on Cancer (IARC).

3. Valutazione del rischio

La valutazione del rischio deve considerare diversi fattori, tra cui:

• Indice UV: misura dell’intensità della radiazione solare UV al suolo.
• Copertura nuvolosa: influenza l’intensità delle radiazioni UV.
• Durata dell’esposizione: tempo trascorso all’aperto.
• Riflessione del suolo: superfici riflettenti come acqua, sabbia, calcestruzzo.
• Abbigliamento: tipo di indumenti indossati.
• Ombreggiamento: presenza di zone d’ombra.

Il rischio deve essere rivalutato periodicamente (ogni quattro anni o prima se necessario) e ogni modifica nelle condizioni di lavoro o nel personale deve essere presa in considerazione.

La gestione del rischio da esposizione a radiazioni UV deve essere affrontata in modo sistematico e continuo, garantendo la salute e la sicurezza dei lavoratori attraverso una valutazione approfondita e l’adozione di misure preventive adeguate.

In conformità con il D. Lgs. 81/2008 e il DPR 177/2011, questo documento valuta i rischi delle attività in spazi confinati e fornisce misure di prevenzione e protezione.

Identificazione degli Spazi Confinati

• Gli spazi confinati sono ambienti chiusi non progettati per occupazione continua. Ne
fanno parte:
• Serbatoi
• Silos
• Reti fognarie
• Sistemi di drenaggio chiusi
• Vasche
• Cisterne aperte
• Tubazioni
• Ambienti con scarsa ventilazione
• Camere di combustione
• Locali tecnici di piscine
• Scavi a sezione ristretta

Criticità degli Spazi Confinati

• Esposizione a sostanze tossiche: gas, vapori, polveri
• Rischi fisici: cadute dall’alto, caduta di materiali
• Carenza di ossigeno
• Rischi di incendio ed esplosione

Valutazione dei Rischi

• Identificazione dei Pericoli
• Sostanze tossiche o infiammabili
• Carenza di ossigeno
• Rischi di cadute e materiali

Analisi e Stima dei Rischi

• Probabilità: alta, media, bassa

• Gravità: critica, seria, moderata, lieve

Formazione e Addestramento

• Formazione dei Lavoratori
• Informazioni sui rischi e sulle procedure di sicurezza
• Uso corretto dei DPI e degli strumenti di monitoraggio
• Addestramento alle Procedure di Emergenza
• Addestramento alle procedure di emergenza e soccorso
• Simulazioni di scenari di emergenza
• Sorveglianza Sanitaria
• Visite mediche preventive e periodiche per valutare l’idoneità dei lavoratori.

Aggiornamento della Valutazione dei Rischi

Aggiornamento ogni 5 anni, o ogni 3 anni per attività frequenti in spazi confinati, in conformità con l’Accordo Stato-Regioni del 21 dicembre 2011.
Revisione in caso di modifiche significative.

LTR srl fornisce un quadro completo delle misure di prevenzione e protezione per ridurre i rischi in spazi confinati.

Le nostre procedure sono integrate nella politica di sicurezza aziendale e vengono aggiornate regolarmente per riflettere le evoluzioni normative e delle condizioni di lavoro.

Lo stress lavoro-correlato (SLC) è una condizione che può colpire i lavoratori a causa delle esigenze o delle condizioni del loro ambiente di lavoro. Questo può portare a problemi fisici, psicologici o sociali. L’Accordo Quadro Europeo del 2004 lo definisce come una condizione in cui un individuo non riesce a soddisfare le richieste o le aspettative lavorative.

Normativa sulla Valutazione dello Stress Lavoro-Correlato
In Italia, la valutazione del SLC è regolata dal Decreto Legislativo 81/2008. Il datore di lavoro deve valutare i rischi legati allo stress, supportato dal medico competente e dai rappresentanti dei lavoratori. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con la circolare n. 13 del 2010, fornisce ulteriori dettagli su come effettuare questa valutazione.

Come si Effettua la Valutazione dello Stress Lavoro-Correlato?

Il processo prevede:

1. Identificazione dei Rischi:

◦ Analisi delle condizioni di lavoro.
◦ Questionari ai dipendenti.
◦ Gruppi di discussione.

2. Valutazione dei Rischi:

◦ Analisi dei dati raccolti.
◦ Consultazione con esperti.
◦ Monitoraggio dei livelli di stress.

3. Implementazione di Misure Correttive:

◦ Formazione su gestione dello stress.
◦ Modifiche organizzative.
◦ Supporto psicologico.

4. Revisione e Monitoraggio:

◦ Raccogliere feedback dai dipendenti.
◦ Aggiornare le misure preventive.

Quando si Valuta il Rischio SLC?

• Valutazione Iniziale: In nuove organizzazioni o con nuovi programmi di gestione della salute.
• Cambiamenti Organizzativi: Ristrutturazioni, fusioni.
• Introduzione di Nuovi Ruoli o Tecnologie: Alterano la dinamica lavorativa.
• Incidenti o Quasi Incidenti: Esaminare il ruolo dello stress.
• Preoccupazioni dei Dipendenti: Stress o problemi di salute e sicurezza.
• Revisioni Periodiche: Assicurare l’efficacia delle misure.

Hai Bisogno di Effettuare la Valutazione del Rischio Stress Lavoro-Correlato nella Tua Azienda?

Contattaci per una consulenza personalizzata e scopri come LTR srl può aiutarti a garantire un ambiente di lavoro sano e sicuro.

Il Decreto Legislativo 81/2008 definisce il videoterminale (VDT) come uno schermo alfanumerico o grafico, indipendentemente dal tipo di visualizzazione utilizzato. I VDT sono elementi essenziali in quasi tutti gli ambienti di lavoro, utilizzati sia negli uffici che in ambienti produttivi per funzioni di controllo e organizzazione.

Rischi per i Lavoratori

L’uso prolungato del VDT comporta rischi per i lavoratori, legati alle componenti del VDT (schermo, tastiera, mouse, periferiche), alla postazione di lavoro (scrivania, seduta) e all’ambiente circostante (luce, microclima, spazi di lavoro, ambiente sonoro). Gli effetti sulla salute includono:

1. Disturbi Visivi

2. Disturbi Muscolo-Scheletrici

3. Fatica Mentale Requisiti Tecnici del VDT e della Postazione di Lavoro

Per ridurre i rischi, la postazione di lavoro deve avere caratteristiche ergonomiche, ovvero essere progettata secondo parametri ergonomici per tutte le sue componenti:

• Schermo

• Tastiera

• Mouse

• Sedia

• Tavolo di lavoro

• Uso dei computer portatili

• Illuminazione

• Microclima

• Spazi di lavoro e movimento

• Ambiente sonoro Valutazione del Rischio Videoterminali

Secondo il D.lgs. 81/2008, il datore di lavoro deve valutare il rischio VDT con particolare attenzione ai rischi per la vista, ai problemi posturali e all’affaticamento fisico o mentale, e alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale. Deve adottare misure tecniche o organizzative per ridurre questi rischi al minimo.

Servizi di Valutazione del Rischio Videoterminali

SRL Srl offre servizi di valutazione del rischio videoterminali secondo il D.lgs. 81/2008,garantendo qualità ed efficacia grazie a tecnici qualificati.

Contattaci per richiedere una valutazione professionale.

La trasmissione di vibrazioni al corpo umano attraverso apparecchiature o mezzi vibranti rappresenta un rischio significativo per la salute dei lavoratori. Il D.lgs. 81/2008 suddivide le vibrazioni in due categorie principali:

1. Sistema Corpo Intero (WBV): ◦ Vibrazioni trasmesse al corpo intero, ad esempio durante la guida di carrelli elevatori, gru, camion, piattaforme di lavoro elevabili, o la permanenza su grigliati vicino a turbine, compressori, ecc.

Effetti sulla salute: Lombalgie, discopatie, ernie discali lombari, sciatalgie.

2. Sistema Mano-Braccio (HAV): ◦ Vibrazioni trasmesse attraverso il contatto della mano con attrezzature vibranti.

Effetti sulla salute: Riduzione della sensibilità tattile e termica, riduzione della capacità di manipolazione di piccoli oggetti, lesioni ossee del polso e del gomito, sindrome di Raynaud (dito bianco).

Valutazione del Rischio Vibrazioni secondo il D.lgs. 81/2008

La valutazione del rischio vibrazioni è un’analisi del livello di esposizione alle vibrazioni cui sono soggetti i lavoratori. Questa valutazione deve accertare che i livelli di esposizione rientrino nei limiti di sicurezza definiti dalla normativa, e in caso contrario, devono essere stabilite adeguate misure di prevenzione e protezione.  

• Vibrazioni Mano-Braccio: Vibrazioni che possono causare disturbi vascolari, osteoarticolari, neurologici o muscolari. • Vibrazioni Corpo Intero: Vibrazioni che possono causare lombalgie e traumi del rachide.

La valutazione può essere effettuata tramite:

• Banche Dati ISPESL: Analisi delle attività di lavoro esposte a rischio utilizzando dati relativi alla tipologia di attrezzature, durata e frequenza di utilizzo.

• Valutazione Strumentale: Utilizzo di accelerometri per misurare i livelli di vibrazioni.

Aggiornamento della Valutazione

Secondo l’art. 181 comma 2 del D.lgs. 81/2008, la valutazione dei rischi derivanti da esposizioni ad agenti fisici deve essere programmata e effettuata con cadenza almeno quadriennale. L’aggiornamento è necessario anche in caso di:

Introduzione di nuovi macchinari.

Variazioni dei processi lavorativi.

Aumento del livello di esposizione a vibrazioni.

LTR Srl offre servizi di valutazione del rischio vibrazioni secondo il D.lgs. 81/2008, garantendo qualità ed efficacia grazie a tecnici qualificati.

Contattaci per richiedere una valutazione professionale.

La violenza sul luogo di lavoro avviene quando un lavoratore subisce minacce, molestie, aggressioni verbali o fisiche, bullismo o altri comportamenti abusivi. Le forme di violenza includono:

• Bullismo: Comportamenti ripetuti e intenzionali di prevaricazione e umiliazione, sia fisici che verbali.
• Stalking: Atti di persecuzione e molestie ripetitive che causano ansia e paura, riconosciuti come reato (art. 612-bis del Codice Penale).

Tipi di violenza sul lavoro

• Violenza Interna: Coinvolge dipendenti, manager o proprietari e comprende bullismo, molestie sessuali, aggressioni verbali o fisiche, e mobbing.
• Violenza Esterna: Proviene da individui esterni all’organizzazione come clienti, fornitori o visitatori, e può manifestarsi attraverso aggressioni fisiche, verbali o minacce.

Molestie sul lavoro
Le molestie includono comportamenti indesiderati, offensivi o degradanti basati su sesso, età, origine etnica, disabilità, orientamento sessuale o religione. Le forme comuni di molestie sono:

• Molestie sessuali: Commenti inappropriati, avances, contatti fisici non
consensuali.
• Mobbing: Umiliazioni, critiche ingiustificate o isolamento sociale.
• Discriminazione o pregiudizio: Trattamenti ingiusti basati su caratteristiche personali.
• Intimidazione o bullismo: Comportamenti aggressivi o minacciosi.

Valutazione del rischio di violenza sul lavoro

• Identificazione dei pericoli: Valutare aree isolate, orari notturni o interazioni conflittuali.
• Coinvolgimento dei lavoratori: Raccogliere osservazioni ed esperienze.
• Strategie preventive: Formazione del personale, sistemi di sicurezza, procedure di emergenza.
• Sistema di segnalazione: Assicurare un’efficace gestione degli incidenti e supporto alle vittime.
• Revisione e aggiornamento: Monitorare e adattare le misure preventive.

La violenza sul lavoro è un problema complesso che richiede un’analisi approfondita e misure preventive efficaci. In caso di violenza, è essenziale agire rapidamente e cercare supporto legale e psicologico.

CARRELLO
  • No products in the cart.
Open chat
Hai bisogno di aiuto?
Ciao 👋
Come possiamo aiutarti?
0